Sperma umano come biomarcatore precoce e sensibile di un ambiente di vita altamente inquinato in uomini sani

Uno studio pilota di biomonitoraggio su elementi in tracce nel sangue e nello sperma e il loro rapporto con la qualità dello sperma e lo stato di RedOx

Bergamo P, Volpe MG, Lorenzetti S, Mantovani A, Notari T, Cocca E, Cerullo S, Di Stasio M, Cerino P, Montano L.

La regione Campania in Italia sta affrontando una crisi ambientale a causa dello smaltimento illegale di rifiuti tossici. Nel presente studio è stato condotto uno studio pilota (EcoFoodFertility initiative) per studiare l’utilizzo del seme umano come biomarcatore precoce dell’inquinamento su 110 maschi sani che vivono in varie aree della Campania con un impatto ambientale alto o basso. Lo sperma del gruppo “ad alto impatto” ha mostrato più elevati livelli di zinco, rame, cromo e ferro ridotto, nonché una ridotta motilità degli spermatozoi e un maggiore indice di frammentazione del DNA spermatico (DFI). I biomarcatori Redox (capacità antiossidante totale – TAC e glutatione- GSH ) e l’attività degli enzimi antiossidanti nello sperma erano inferiori nel gruppo “ad alto impatto”. La percentuale di spermatozoi immobili ha mostrato una significativa correlazione inversa con TAC e GSH. Complessivamente, molti parametri dello sperma (riduzione della qualità dello sperma e delle difese antiossidanti, pattern di elementi chimici alterati), che erano associati alla residenza in un ambiente altamente inquinato, potrebbero essere utilizzati in uno studio su scala più ampia, come primi biomarcatori dell’inquinamento ambientale.

 

 

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