REDOX ENERGY TEST® Stress ossidattivo

RUOLO E SIGNIFICATO BIOCHIMICO DEI COMPOSTI ANALIZZATI
Le sostanze che fanno parte del profilo antiossidante e vitaminico svolgono un ruolo fondamentale come molecole a basso peso molecolare deputate alla difesa dalla tossicità dei cosiddetti Radicali dell’Ossigeno (Reactive Oxygen Species, ROS).
Il glutatione ridotto (GSH), ha il compito di impedire che i ROS possano ossidare irreversibilmente specifici amminoacidi contenuti in un numero elevatissimo di proteine provocando, quindi, danni permanenti alla struttura e alla funzionalità delle proteine coinvolte. Svolge un ruolo importantissimo nella detossificazione di xenobiotici, cioè di tutti quei composti che sono estranei al metabolismo cellulare fisiologico, ma che vengono costantemente introdotti nell’organismo per varie cause (farmaci, conservanti e coloranti alimentari, pesticidi, erbicidi, inquinanti in genere. Oltre a questo compito primario, il GSH all’interno delle cellule, è l’antiossidante presente in maggiore concentrazione, anche se con differenze sostanziali tra tessuto e tessuto, mentre a causa della sua struttura chimica e del suo peso molecolare, si trova in concentrazioni relativamente modeste nei fluidi biologici. Tra questi il liquido seminale costituisce una eccezione, dato che in questo, ed in condizioni normali, è riscontrabile in concentrazioni significative.
La vitamina C (acido ascorbico) è il secondo più importante antiossidante idrosolubile che è in grado di “eliminare” con grande efficienza tutti i ROS. Inoltre, la vitamina C ha un’altissima reattività anche nei confronti delle specie tossiche dell’azoto che si generano dal metabolismo dell’ossido nitrico (NO), prodotto in eccesso in numerose situazioni patologiche e para-fisiologiche. Va ricordato, inoltre, che la vitamina C svolge un ruolo molto importante nel meccanismo di rigenerazione della vitamina E (alfa- tocoferolo) prolungandone il tempo di vita nelle membrane cellulari. Pur essendo largamente contenuto all’interno delle cellule, è possibile riscontrare concentrazioni significative di vitamina C nei principali fluidi biologici.
La vitamina E (alfa-tocoferolo) è il più importante antiossidante liposolubile dell’organismo umano, e si trova inserita nelle membrane biologiche dove ha il compito di proteggerle dai processi di ossidazione indotta dai ROS. Pur essendo contenuta in larga parte nei tessuti, è possibile riscontrare concentrazioni discrete di vitamina E nei fluidi biologici, incluso il liquido seminale dove entra a far parte del prezioso corredo antiossidante vitaminico di questo importantissimo fluido corporeo.
La vitamina A (nelle sue diverse forme strutturali) è un importantissimo composto liposolubile che interviene in molteplici funzioni di importanza fondamentale per l’organismo quali, il meccanismo della visione, lo sviluppo dell’embrione e la riproduzione, l’attività antiossidante, ecc. Date le sue molteplici funzioni, che vengono svolte a basse concentrazioni indistintamente in tutti i tessuti dell’organismo, le maggiori quantità di vitamina A sono quelle presenti nel sangue. In condizioni fisiologiche il liquido seminale presenta concentrazioni elevate di vitamina A.
La vitamina D3 (25-OH-colecalciferolo) è anch’essa una vitamina liposolubile coinvolta in numerosissimi processi fisiologici e patologici del nostro organismo, quali la regolazione del metabolismo del calcio, il corretto funzionamento del sistema immunitario e delle funzioni neuropsicologiche, agisce come cardioprotettore, come sostanza capace di prevenire l’insorgenza di tumori, ha un ruolo anche nel diabete, nella sindrome metabolica e nella preeclampsia. Tutte queste funzioni vengono svolte a concentrazioni cellulari relativamente modeste come dimostrato dai bassi livelli di vitamina D3 nei fluidi biologici.Una sua diminuzione è considerata predisponente al danneggiamento cellulare indotto dai ROS ed è indicativa di stress ossidativo/nitrosativo. Le vitamine C, A, E e D3 necessitano di essere quotidianamente e costantemente assunte con l’alimentazione, o come tali (vitamina C, vitamina E, vitamina D3 ), o sotto forma di precursori provitaminici (ad es. il beta-carotene per la vitamina A). La diminuzione di vitamina C e vitamina E ha identico significato di una diminuzione di GSH, mentre la diminuzione di vitamina D3 può essere indicativa di alterazioni a carico di diversi e importanti processi cellulari.
La luteina, è un antiossidante molto efficace della famiglia dei carotenoidi, ed è un pigmento organico liposolubili che agisce da filtro contro le radiazioni nocive prodotte dal sole e dalle fonti di luce artificiale Questo carotenoide sembra inoltre possedere anche un’importante funzione preventiva della degenerazione maculare senile.Le vitamine C, A, E, D3 e luteina necessitano di essere quotidianamente e costantemente assunte con l’alimentazione, o come tali (vitamina C, vitamina E, vitamina D3,, luteina), o sotto forma di precursori provitaminici (ad es. il beta-carotene per la vitamina A). Sono è contenute in una serie di integratori alimentari e preparati multivitaminici che possono essere aggiunti ad una buona alimentazione che si basi su ortaggi particolarmente ricchi di vitamine liposolubili (verdure a foglia verde, frutta e verdura arancione come carote, albicocche, mango, e zucca), di vitamina idrosolubile (frutta ad alto contenuto di Vitamina C). In particolare, la luteina è presente in elevate concentrazioni in alcuni ortaggi, tra cui gli spinaci, il cavolo, l’insalata verde, i broccoli, il porro e i piselli.
Il coenzima Q10 (ubidecarenone) è forse il più importante coenzima lipofilo dell’organismo umano. Nelle cellule, svolge il ruolo fondamentale di trasportatore mobile di elettroni nella catena di trasporto degli elettroni mitocondriale. Il corretto funzionamento del metabolismo energetico dipende, quindi, dalla disponibilità di questo composto che, oltretutto, possiede anche una spiccata attività antiossidante e una capacità di ridurre la tossicità dei ROS.

I composti che fanno parte del profilo collegato allo stress ossidativo/nitrosativo come la malondialdeide (MDA), il nitrito e nitrato sono considerati dalla letteratura scientifica internazionale dei biomarcatori collegati a un eccesso di produzione di radicali dell’ossigeno . In particolare, l’aumento dell’MDA circolante è collegabile a fenomeni di stress ossidativo che si originano in numerosissimi stati patologici, mentre dato che il nitrito e il nitrato sono i principali prodotti terminali dell’ossido nitrico (NO), che è la principale molecola vasodilatatrice, questi sono considerati biomarcatori di eccessiva produzione di NO e, quindi, di stress nitrosativo.In numerosi stati patologici, gli stessi per i quali si verifica un eccesso di produzione di ROS, l’NO viene prodotto in quantità particolarmente elevate. Essendo una molecola altamente instabile va spontaneamente incontro a formazione di RNS. Inoltre, la reazione tra NO e ROS genera perossinitrito che è una delle molecole più pericolose in grado di danneggiare irreversibilmente proteine, lipidi, acidi nucleici e la sua tossicità è attenuata solo grazie all’intervento delle molecole antiossidanti sopra citate.
In aggiunta ai composti finora descritti sono molto importanti anche i composti collegati al metabolismo energetico cellulare, tra cui meritano attenzione l’acido urico (e le ossipurine ipoxantina e xantina, suoi precursori), l’uridina, l’adenosina e la guanosina.
L’acido urico e le ossipurine si originano fisiologicamente all’interno delle cellule nella cosiddetta via di degradazione delle purine. Tale via metabolica raccoglie principalmente i prodotti di degradazione del metabolismo dei nucleotidi ad alta energia ATP e GTP e anche del metabolismo dei nucleotidi degli acidi nucleici. Per la loro natura chimica, l’acido urico e le altre ossipurine sono in grado di fuoriuscire rapidamente dalle cellule ed a riversarsi principalmente nei fluidi biologici (plasma/siero, urina, liquor, liquido extracellulare, liquido seminale) dove è possibile effettuare la loro quantificazione. Le variazioni delle concentrazioni dell’acido urico e delle ossipurine (sia aumento che diminuzione) viene interpretato come una spia di uno squilibrio tra produzione e consumo di energia che si è verificato in specifici distretti tissutali. Va però ricordato che l’acido urico possiede anche una significativa capacità antiossidante (solo di poco inferiore a quella della vitamina C), soprattutto nei confronti dei radicali dell’azoto. Quindi, una diminuzione al di sotto dei valori normali potrebbe rappresentare una diminuzione delle difese antiossidanti contro stress ossidativo/nitrosativo.
Al metabolismo delle basi del DNA e RNA, purine (adenina e guanina) e pirimidine (citosina e uracile) sono direttamente connesse le variazioni di concentrazione di uracile, uridina, guanina, guanosina, citosina, citidina ed adenosina. Infatti, processi di degradazione non fisiologica degli acidi nucleici (in parte il DNA, ma soprattutto l’RNA che viene continuamente degradato e riformato), comportano un aumento della quantità di tali composti nei liquidi biologici, a causa di uno sbilanciamento tra i processi degradativi ed il loro riutilizzo nella sintesi di nuovi nucleotidi.
Uridina, adenosina e guanosina, così come la base azotata guanina, meritano un discorso a parte in relazione alla loro elevata concentrazione riscontrata specificatamente nel plasma seminale. Infatti, rispetto alle concentrazioni normalmente riscontrabili nel plasma/siero, l’uridina è presente in quantità circa 400 volte superiori e l’adenosina circa 20 volte. Addirittura, la guanina e guanosina nel plasma seminale hanno una concentrazione di diverse decine di micromoli/l mentre nel plasma/siero hanno una concentrazione pari a zero. Il ruolo biochimico di questi composti, precursori indispensabili per la biosintesi degli acidi nucleici e dei composti fosforilati ad alta energia, non lascia dubbi sul fatto che il plasma seminale abbia questo particolare e specifico profilo metabolico, NON RISCONTRABILE IN ALCUN ALTRO FLUIDO O TESSUTO UMANO, per funzioni strettamente collegate alla riproduzione.

Il test è stato sviluppato dal Prof. Giuseppe Lazzarino Ordinario di Biochimica Università di Catania

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